Viaggiamo con lui lungo antiche rotte sacre della vecchia Inghilterra, per isole remote al largo della Scozia, lungo il Cammino di Santiago e in Palestina, e intanto ascoltiamo i suoi racconti sorprendenti, veniamo messi a parte delle sue illuminazioni, e ci auguriamo che il nostro peregrinare, condotto in una compagnia così piacevole, non abbia mai termine.
Vincitore “opera prima”
Ti scriverò dai confini del cielo
Tanis Rideout
Edizioni Piemme
Il libro
8 giugno 1924. Sull’Himalaya, due uomini tentano la scalata della vetta più alta del mondo, l’ultima ancora da conquistare. A Cambridge, una donna comincia una giornata uguale a tante altre: il mercato, la cura dei figli e della casa, le visite degli amici. E l’attesa febbrile di una lettera del marito, di cui non ha notizie da troppo tempo.?Quando è partito, George Mallory ha promesso alla moglie Ruth che non avrebbe mai smesso di scriverle. Le ha promesso che, arrivato in cima all’Everest, vi avrebbe posato una sua foto. E che, dopo, sarebbe tornato da lei, per non partire mai più. Per mesi Ruth si è aggrappata a quelle parole, che su fogli leggeri hanno attraversato oceani e continenti. Le ha cullate come uno scampolo di intimità, le ha custodite come un segreto, una parte di George soltanto sua.?Quell’8 giugno, Ruth non sa ancora che il destino si è già compiuto, e che al termine di quelle ventiquattro ore ne riceverà infine notizia. Il nome di George Mallory sta per passare alla Storia, ma sarà lei a portare nel cuore ciò che appartiene solo a loro due.?Ti scriverò dai confini del cielo è una grande storia d’amore tra un uomo e una montagna, la storia di una folle sfida dal prezzo troppo alto. Ma è anche il resoconto straordinariamente autentico e commovente di un altro amore: quello tra George e Ruth, spezzato da qualcosa di troppo grande per entrambi.
Motivazione
Tanis Rideout vive in Canada, dove è nota per la sua produzione poetica e il suo impegno ambientalista.
Nel 2012 ha pubblicato il suo romanzo d’esordio Above all things, giunto l’anno successivo nelle librerie statunitenesi e britanniche, e più di recente nel nostro Paese col titolo Ti scriverò dai confini del cielo, e si è immediatamente affermata come narratrice grazie a questo testo delicato e immaginifico, che il Premio ITAS è lieto di consacrare e far conoscere anche in Italia.
Il merito principale di Tanis Rideout, dal punto di vista della giuria, è stato quello di misurarsi da un punto di vista nuovo con una storia d’alpinismo letteralmente leggendaria. Parliamo qui del tentativo britannico del 1924 di conquistare la vetta dell’Everest, che aveva come uomo di punta George Mallory e si concluse in maniera tragica, pur lasciando a lungo il dubbio se il “Tetto del mondo” fosse stato raggiunto oppure no.
Non è facile, affrontare una storia del genere, sulla quale tanto si è speculato e sulla quale sono già stati scritti decine di libri, ma l’autrice ha sparigliato le carte raccontando la storia dal punto di vista femminile, ovvero da quello della moglie di Mallory, che aspetta il suo ritorno in Inghilterra e, fra speranze e presagi, racconta la loro storia d’amore; ai capitoli narrati dalla donna si alternano partizioni “in presa diretta” che raccontano le fasi salienti della spedizione, fino alla inevitabile tragedia finale, raccontata senza alcun sensazionalismo, ma intrisa anzi di una profonda pietas.
In questo modo, e grazie a una scrittura davvero alata, Tanis Rideout abbatte i confini fra i generi: il suo libro non è un mero reportage alpinistico, né una semplice storia d’amore, ma il grandioso affresco di un’epoca affascinante, e la storia di una doppia sfida, quella rivolta alla montagna e quella che tocca ogni coppia quando si tratta di fare i conti con le difficoltà, l’abbandono e la nostalgia. Come giuria di un premio letterario, non ci prendiamo la responsabilità di stabilire se gli amori perfetti siano soltanto quelli che vivono nel ricordo, ma siamo lieti di promuovere Ti scriverò dai confini del cielo come una storia esemplare, e di consigliarla di cuore a tutti gli amici – e le amiche – del Premio Itas.
Vincitore “narrativa per ragazzi”
I lupi arrivano col freddo
Sofia Gallo
Edizioni EDT
Il libro
I lupi arrivano d'inverno, scendono a valle, cercano prede. I lupi arrivano affamati, attaccano, fanno paura. Così sono i lupi che incontra Fuad: uomini crudeli, che conducono vite oscure e nascoste, perennemente in fuga, che lo rapiscono per farne un perfetto guerrigliero. Fuad è preda prima della rabbia, poi della paura e di un senso d’impotenza che lo annienta. Ma due ragazzi uniti a lui dal caso gli fanno ritrovare se stesso e la voglia di reagire: i tre stringono una forte amicizia, e insieme percorreranno una gran parte della Turchia orientale, terra dalla realtà divisa. Qui, intorno al lago Van, convivono le due anime del paese, quella turca e quella curda, in un contrasto sovente sopito, a volte esplosivo, a volte appianato con intelligenza, ma pur tuttavia perennemente presente; sarà quel contrasto a segnare la strada al protagonista e a dettare l’epilogo del racconto. Un racconto fatto di fughe, inseguimenti, amori, amicizia; un’avventura che si snoda tra paesaggi mozzafiato e piccoli villaggi, scandita dagli incontri con persone di straordinaria umanità. Una narrazione tesa e appassionante sino al finale liberatorio, occasione di riscatto per Fuad e inizio di una nuova vita.
Motivazione
Sofia Gallo è un nome noto da oltre vent’anni a insegnanti, studenti e appassionati di letteratura per ragazzi, a causa della sua prolifica e fortunata produzione di testi narrativi dedicati ai più giovani.
La giuria ha ritenuto all’unanimità che I lupi arrivano col freddo sia meritevole di aggiudicarsi il Premio ITAS 2015 riservato alla narrativa per ragazzi, non solo per la pulizia della scrittura e la scorrevolezza del ritmo narrativo, ma anche per il valore educativo della vicenda di Fuad, il ragazzo curdo protagonista della storia, che si profila come un vero e proprio romanzo di formazione nel solco dei grandi classici di questo genere, da Oliver Twist a Martin Eden.
L’ambientazione esotica, in una terra insanguinata dagli scontri fra guerriglia separatista e forze di sicurezza turche, è tutt’altro che un pretesto: crescere fra queste montagne significa conoscere sin da giovanissimi la violenza e la sopraffazione, e si è chiamati a compiere scelte determinanti in un’età in cui i ragazzi italiani sono ancora protetti nel nido della famiglia.
Ecco perché è bene che leggano questa storia: affinché non diano per scontata la fortuna che è toccata loro, e si preparino a un’età nella quale dovranno, come scriveva il padre dello scautismo Lord Baden-Powell, “guidare da soli la propria canoa”.