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SCELTA LA ROSA DEI FINALISTI DELLA 47° EDIZIONE DEL PREMIO ITAS
In totale sono pervenute 110 opere da 45 case editrici. Il vincitore assoluto sarà proclamato nell’ambito del Trento Film Festival in programma dal 30 aprile al 9 maggio 2021.
Il Premio quest’anno celebra i suoi 50 anni di vita nella 47a edizione. Tra il 2012 e il 2016, il concorso si è infatti svolto ogni due anni, tornando poi nel 2017 alla cadenza annuale in seguito all’elevato numero di autori desiderosi di parteciparvi e all’attenzione crescente da parte del pubblico verso l’editoria di montagna.
I finalisti dell’edizione 2021 sono:
• Winter 8000, Mulatero editore, di Bernadette McDonald, per la sezione “Alpinismo e sport di montagna”.
Il libro, minuziosamente dettagliato, dedica un capitolo ad ognuno dei giganti di 8000 metri e racconta la sfida dell’uomo per conquistarne la vetta invernale: Everest, Manaslu, Dhaulagiri, Cho Oyu, Kangchenjunga, Annapurna, Lhotse, Shishapangma, Makalu, Gasherbrum II, Gasherbrum I, Broad Peak, Nanga Parbat e K2. Questi sono i nomi delle vette leggendarie a cui la McDonald dedica approfonditi capitoli, ripercorrendo le gesta e le imprese di tutti i grandi alpinisti internazionali.
• Ussita (Monti Sibillini), Edicicli, per la sezione “Guide e mappe”.
Un viaggio al plurale per scoprire il paesino nei Monti Sibillini colpito dagli eventi sismici del 2016/2017. Una guida dove la voce principale è quella della comunità che dialogando con scrittori, come WuMing2, artisti, sociologi, fotografi e storici, accompagna il “nonturista” per itinerari e sentieri cuciti sulle storie del passato, le sfide del presente e visioni di rinascita.
• Memorie della foresta, Bottega Errante Edizioni, di Damir Karakas, per la sezione “Libri per ragazzi”.
Trentatrè capitoli che seguono la maturazione del protagonista, un ragazzino con un misterioso problema al cuore, che vive in un villaggio della Lika, nella profonda provincia balcanica. Sono gli anni Settanta e la sua è una famiglia patriarcale e rurale che abita ai margini di una foresta abitata dall’orso. È un libro sulla famiglia, sulle credenze e le stregonerie e i villaggi, sulla vita dura dei monti.
• Autobiografia della neve, UTET, di Daniele Zovi, per la sezione “Ricerca e ambiente”.
Per Daniele Zovi, nato tra le vette che incorniciano l’altopiano di Asiago, la neve fa parte del paesaggio della memoria, lo spazio fisico in cui si muovono i ricordi. Quello “con dar snea” (come la neve viene chiamata nella lingua cimbra dell’altopiano) è un amore iniziato fin da bambino, mentre osserva i fiocchi scendere lenti, e rimasto poi costante e appassionato in una vita di lavoro da forestale.
• Mia sconosciuta, Ponte alle Grazie, di Marco Albino Ferrari, per la sezione “Vita e storie di montagna”.
Il suo sorriso si accendeva di una luce vitale, dolce, eppure ambigua, spietata. Non la si sarebbe mai incontrata a un pranzo di nozze o a un veglione di capodanno. Li considerava inutili convenzioni sociali, consuetudini prive di senso. E lei - figlia ribelle della migliore borghesia - la sorprendente protagonista di questa storia vera, che appare come in un gioco di specchi di fronte all'autore, suo unico figlio, suo unico amore. Si entra così in una tensione emotiva che per propria natura dovrebbe essere asimmetrica - come lo è l'amore tra una madre e il suo bambino - ma che si rivelerà via via sempre più intrecciata e senza ruoli. La passione per i ghiacciai, per gli alberi pionieri, per la grande montagna, per la vita in due, incessantemente in due, accompagnati dalle note del repertorio pianistico che questa donna senza freni suona fino a notte fonda.
Enrico Brizzi, presidente di giuria del Premio, dichiara: “La pandemia ha determinato una flessione della produzione editoriale e ridotto i volumi di vendita, eppure abbiamo ricevuto pochi titoli meno rispetto al record dello scorso anno, segno che il settore dell’editoria di montagna resta vivace e affronta meglio di altri l’attuale emergenza.
Evidentemente sono tante le persone che stanno sfruttando questa pausa forzata per leggere storie che profumano di libertà, progettare avventure con guide e mappe, o informarsi sulla situazione climatica, uno degli argomenti più gettonati dai saggi in concorso quest’anno”
La premiazione dei vincitori si svolgerà l’8 maggio e i protagonisti saranno poi ospiti, il giorno successivo, di una tavola rotonda virtuale moderata dal coordinatore del Premio, Lorenzo Carpanè.
In occasione dei suoi 50 anni, il 4 maggio, il Premio organizzerà il convegno “Scrivere, pubblicare, diffondere la montagna” per ripercorrere la storia dell’impegno di ITAS nel dare vita al Premio e fare il punto sulla letteratura di montagna con esperti e autori.
Obiettivo sarà quello di affrontare diversi argomenti legati alla scrittura, alla produzione e alla diffusione di libri di montagna: la montagna delle donne, vivere di narrazioni di montagna, guide e manuali ai tempi del digitale, le nuove vie del racconto, scendere dalle montagne per raccontare, la montagna sempre più al centro dell’attenzione da parte di editori anche generalisti.
Tutti gli eventi e gli incontri con gli autori si svolgeranno in streaming sui canali del Trento Film Festival.
Lorenzo Carpanè, coordinatore del Premio ITAS, ha dichiarato: “In un anno complicato, l’editoria italiana ha confermato l’interesse per la montagna e per il Premio ITAS. Sono arrivati 110 libri di 45 case editrici; tra di esse, come ormai da alcuni anni, sia quelle specializzate o storicamente impegnate sui temi delle terre alte, sia quelle generaliste. Tutte contribuiscono a dare visibilità a temi, protagonisti, ambienti che caratterizzano un mondo così affascinante. E il Premio ITAS è felice di essere parte attiva della valorizzazione del lavoro e della passione di autori, editori, librai, bibliotecari, bibliotecari, blogger e di chiunque si dedichi alla montagna.”
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